Il sovrappeso e l’obesità sono oggi molto comuni nelle donne in età fertile, e nel momento in cui la donna sceglie di andare incontro ad una gravidanza siamo chiamati ad una difficile sfida.
L’eccessivo peso pregravidico rappresenta un importante fattore di rischio per la gravidanza, predisponendo allo sviluppo di patologie metaboliche come il diabete mellito, l’ipertensione e le dislipidemie nella donna. L’obesità può essere inoltre la causa di parto pretermine, aumenta il tasso di taglio cesareo e delle complicanze del postpartum come emorragie, eventi trombo embolici e infezioni. Da non dimenticare inoltre le possibili complicanze anestesiologiche e di procedura chirurgica rese difficoltose dall’adipe.
Anche per quanto riguarda il neonato esistono dei rischi legati alla condizione di obesità della madre, per esempio la maggiore incidenza di malformazioni congenite, soprattutto di tipo neurologico. Infine l’obesità della madre promuove un ciclo intergenerazionale di obesità
Si stima che l’obesità complichi il 28% delle gravidanze in cui circa l’8% dei casi è rappresentato da donne con obesità grave. Questi dati sono ancora più preoccupanti se si considera che oggigiorno l’età media per la prima gravidanza si è elevata a 35 anni, e queste donne si trovano spesso in stato di sovrappeso o obesità conclamata, fattori che determinano anche un aumento nell’insorgenza di altre problematiche come il diabete gestazionale.
La gravidanza nelle donne obese pertanto deve essere considerata come una gravidanza ad alto rischio.
Un certo incremento ponderale è sicuramente opportuno e auspicabile durante la gravidanza perché l’accumulo di tessuto adiposo ha un ruolo specifico nella fisiologia del bilancio energetico in funzione dell’allattamento. La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha quindi stabilito quale fosse il corretto guadagno ponderale durante la gravidanza, considerando che l’incremento del peso corporeo si ripercuote sulla salute materna e sullo sviluppo neonatale.
STATO PONDERALE | BMI (kg/m2) prima della gravidanza | Aumento di peso complessivo consigliato in Kg |
Sottopeso | < 18.5 | 12,5 – 18 |
Normopeso | 18.5 – 24.9 | 11,5 – 16 |
Sovrappeso | 25.0 – 29.9 | 7 – 11,5 |
Obesità di grado I | 30.0 – 34.9 | < 7 |
Obesità di grado II | 35.0 – 39.9 | <7 |
BMI = peso corporeo in Kg / altezza in m2
DIETA IN GRAVIDANZA
La perdita di peso durante la gravidanza riduce il rischio di eventi avversi sia durante la gestazione che durante il parto, ma esso deve essere attentamente monitorato dal professionista sanitario.
La donna che progetta una gravidanza dovrebbe essere incoraggiata a ridurre il proprio peso corporeo fino al raggiungimento di un BMI < 25 kg/m2 attraverso la modificazione dello stile di vita, un’adeguata alimentazione supplementata da 400 μg/die di acido folico ed esercizio fisico regolare quattro volte alla settimana; la donna in stato di gravidanza quindi dovrebbe compiere 30 minuti di esercizio fisico aerobico quotidiano per la maggior parte dei giorni della settimana.
Per quanto riguarda il tipo di dieta da seguire, non esistono delle diete generali che possono essere consigliate alla popolazione femminile in maniera aspecifica: specialmente durante questa particolare e importantissima fase della vita della donna, di fondamentale importanza è la personalizzazione della dieta.
Compito del professionista della nutrizione, infatti, è quello di indirizzare la donna verso il proprio stile alimentare. Una dieta personalizzata e individualizzata pone infatti la donna al centro del percorso che ha come obiettivo quello di migliorare la salute della donna durante tutta la gestazione, nonché assicurare la soddisfazione dei bisogni nutrizionali del futuro nascituro. Questa delicatissima fase deve essere progettata e monitorata attentamente dal professionista della nutrizione.
È bene tenere sempre presente che la restrizione dietetica nelle gravide obese non deve essere inferiore alle 1.800 Kcal/die, prevedendo una riduzione dell’introito calorico quotidiano del 30-33% rispetto al periodo pregravidico. Si raccomanda di modificare il contenuto calorico e dietetico in gravidanza, sulla base del peso e dell’altezza della paziente ed in base alla sua tolleranza glucidica.
È bene tenere presente comunque che nelle donne obese la perdita di peso tollerabile in corso di gravidanza è di non più di 4.9 kg, un calo ponderale superiore ai 5 kg è associato a problemi al futuro nascituro.
Questo significa che un notevole calo ponderale durante la gravidanza è da evitare categoricamente!
Possiamo consigliare alle pazienti di effettuare pasti piccoli e frequenti, piuttosto che pasti cospicui, con lo scopo di tenere inoltre sotto controllo la glicemia.
Sono da preferire sempre frutta e verdura di stagione, preferibilmente provenienti da agricoltura biologica che, oltre ad essere maggiormente ecosostenibile, risulta essere meno ricca di pesticidi e altre sostanze chimiche che possono provocare accumularsi all’interno del corpo della donna provocando intossicazione della stessa o del suo bambino.
Sono da limitare fortemente i cibi zuccherini, così come i cibi ad alto contenuto di grassi saturi prediligendo quindi le carni bianche ed il pesce. Le bevande alcoliche sono da evitare durante tutto il periodo della gestazione e dell’allattamento, e il caffè da limitare fortemente.
Infine sarebbe opportuno intraprendere un programma di salute globale fatto di informazione ed educazione alla salute, controlli routinari del peso materno in gravidanza ma anche nel postpartum con il fine di controllare la ritenzione di peso ad un anno dal parto, questo perché dopo il parto, l’allattamento e la perdita di peso dovrebbero essere promosse.
Dott.ssa Anna Cucciniello
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