In quest’articolo parliamo della possibile connessione tra la comparsa di disturbi intestinali ed extraintestinali legati all’ingestione di nichel, in una delle principali condizioni ginecologiche a causare difficoltà nel concepimento in età riproduttiva, l’endometriosi.
Il nichel è un elemento chimico ubiquitario in natura che, negli individui suscettibili, può indurre problematiche di natura infiammatoria e allergica, in caso di esposizione ad alte dosi. Quest’ultima può avvenire attraverso diverse vie: contatto cutaneo, inalazione, ingestione tramite alimenti.
La principale fonte di esposizione per l’uomo, sono proprio gli alimenti: i livelli di nichel nei cibi sono variabili, in quanto influenzati da vari fattori, tra cui le specie vegetali, il contenuto di nichel nel terreno, nell’acqua, nei fertilizzanti e nei pesticidi utilizzati, nei processi industriali, e nel packaging alimentare.
Gli alimenti a maggior contenuto di nichel includono: pomodori, cacao, legumi (inclusa la soia), funghi, vegetali a foglia larga, cereali e farine integrali, mais, aglio, cipolla, molluschi e crostacei, frutta secca, frutta essiccata, cibi in scatola, tè.
Le manifestazioni cliniche legate all’allergia al nichel sono molteplici: in associazione alla dermatite allergica da contatto, diagnosticabile tramite un patch test cutaneo, i pazienti sensibili al nichel possono mostrare anche sintomi gastrointestinali, tra cui dolore e gonfiore addominale, diarrea o costipazione, ulcere orali, nausea, vomito, malattia da reflusso gastro-esofageo.
Altre manifestazioni extracutanee tipiche dell’allergia sistemica al nichel o SNAS (Systemic Nickel Allergy Syndrome) possono includere problematiche respiratorie, come asma e riniti, neurologiche (emicrania), uro-genitali (cistite interstiziale e vulvo-vaginite) e altri disordini sistemici quali dolore osteo-articolare, astenia, sindrome da fatica cronica, fibromialgia.
L’introduzione di nichel con la dieta è stata recentemente identificata come possibile causa di sintomi IBS-simili in pazienti con problematiche di intestino irritabile, in quanto responsabile di un infiammazione di basso grado indotta dalla presenza di questo metallo, a livello gastro-intestinale.
L’endometriosi è una patologia multifattoriale cronica, estrogeno-dipendente, caratterizzata dalla presenza e dalla crescita di tessuto endometriale in zone al di fuori della cavità uterina, come le ovaie, il setto retto-vaginale, peritoneo pelvico, ma anche la cavità addominale, incluso il tratto gastrointestinale. La prevalenza è maggiore nelle donne con problematiche di fertilità o che soffrono di dolore pelvico cronico.
La sintomatologia dell’endometriosi è caratterizzata dalla presenza di dismenorrea, dolore pelvico cronico, dispareunia, sanguinamenti uterini anomali, infertilità. Condizioni disabilitanti possono anche coesistere, come la fatica cronica, la depressione, e disordini gastrointestinali. Quest’ultimi sono stati anche identificati come possibili fattori esacerbanti la sintomatologia, probabilmente a causa della possibile insorgenza di spasmi, che coinvolgono anche la muscolatura del pavimento pelvico.
I sintomi gastrointestinali, sovrapponibili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile e dei disordini IBS-simili, sono frequenti e tendono a peggiorare durante il periodo della mestruazione. Nonostante ciò, la complessa relazione tra sintomi gastrointestinali ed endometriosi, non è ancora stata del tutto chiarita. La sintomatologia gastrointestinale infatti, può essere ricondotta alla presenza di tessuto endometriosico in sede intestinale, ma anche ad alterazioni del sistema nervoso enterico, responsabile dell’innervazione non solo del tratto intestinale, ma anche del sistema riproduttivo e urinario. Inoltre, sembrerebbe esistere anche una connessione tra l’attività endocrina degli ormoni dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie, e la fisiopatologia intestinale e di altri organi della pelvi, il che spiegherebbe il diverso andamento dei sintomi intestinali durante le varie fasi del ciclo mestruale.
Tra i vari fattori che influenzano la patogenesi dell’endometriosi, un ruolo importante potrebbe essere rivestito dall’inquinamento ambientale, che sembrerebbe aumentare la prevalenza di questa patologia. Nello specifico, sostanze di origine naturale, come i fitoestrogeni, e tossici ambientali (xenobiotici) sono in grado di influenzare il funzionamento degli ormoni sessuali e del sistema immunitario.
Ed è qui che il nichel entrerebbe in gioco, facendo parte di una nuova classe di xenoestrogeni definita “metalloestrogeni”, in grado di legare appunto i recettori per questi ormoni, interferendo con l’attività estrogenica della donna. Pertanto, è stato ipotizzato il possibile ruolo di questo metallo come fattore contribuente alla sintomatologia gastrointestinale dell’endometriosi.
Inoltre, alcuni studi hanno mostrato come, in caso di endometriosi, il tasso di dermatite allergica da contatto con il nichel, sembra essere leggermente più alto rispetto alle donne sane.
Non è da escludere dunque, che l’allergia al nichel possa rappresentare una causa importante del dolore addominale delle pazienti con endometriosi, senza che sussista un nesso causale con la patogenesi della malattia.
Un recente studio italiano ha voluto investigare proprio la relazione tra nichel e sintomatologia intestinale ed extra-intestinale, in donne affette da endometriosi: a seguito di 3 mesi di dieta a basso contenuto di nichel, i ricercatori hanno osservato un miglioramento significativo sia dei sintomi intestinali che extra-intestinali, inclusi i disturbi tipici dell’endometriosi quali dismenorrea, dolore cronico pelvico e dispareunia. cxx
*Eliminare completamente il nichel dall’alimentazione non è un obiettivo realizzabile, in quanto si tratta di un metallo ubiquitario, il cui contenuto negli alimenti è influenzato da numerosi variabili; pertanto la dieta raccomandata prevede l’esclusione degli alimenti a maggior contenuto di Ni. Fondamentale risulta inoltre la riduzione della contaminazione da nichel durante la preparazione e la cottura delle pietanze in cucina*
I risultati di questo studio preliminare suggeriscono quindi un possibile ruolo causativo del nichel nell’insorgenza della sintomatologia endometriosica. Pertanto, il trattamento e la gestione dell’endometriosi dovrebbero prendere in considerazione un intervento dietetico basato su una dieta a basso contenuto di nichel, anche in virtù dell’assenza di effetti collaterali significativi, se non il rischio di costipazione dovuto al basso apporto di fibre.
Un altro protocollo dietetico che ha mostrato effetti positivi sui sintomi simil-IBS, anche nelle donne con endometriosi, è la dieta low-FODMAP, la quale prevede in aggiunta al basso contenuto di nichel, la riduzione/eliminazione del glutine e del lattosio, che però potrebbe non risultare necessaria in caso di assenza di intolleranza al lattosio o di sensibilità al glutine non celiaca. Inoltre, la limitazione a lungo termine nella scelta degli alimenti in questo protocollo, potrebbe aumentare il rischio di carenze nutrizionali, oltre ad avere un impatto negativo sul microbiota intestinale.
Dott.ssa Vittoria Cella
Biologo Nutrizionista
Fonti
Borghini R, Porpora MG, Casale R, et al. Irritable Bowel Syndrome-Like Disorders in Endometriosis: Prevalence of Nickel Sensitivity and Effects of a Low-Nickel Diet. An Open-Label Pilot Study. Nutrients. 2020;12(2):341. Published 2020 Jan 28. doi:10.3390/nu12020341
Borghini R, Donato G, Alvaro D, Picarelli A. New insights in IBS-like disorders: Pandora’s box has been opened; a review. Gastroenterol Hepatol Bed Bench. 2017;10(2):79-89.
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