Numerose evidenze scientifiche dimostrano i vantaggi del latte materno per la crescita ed il normale sviluppo di un neonato. Non esistono dubbi sul fatto che il latte umano sia il miglior tipo di alimento per il nato a termine e anche per il neonato nato pretermine.
L’alimentazione delle prime epoche della vita ha un’influenza non solo sulla crescita e sullo sviluppo, ma anche sull’incidenza di malattie gastrointestinali, respiratorie ed allergiche, nonché su metabolismo e benessere.
L’allattamento al seno ha innumerevoli vantaggi sia per la mamma che per il neonato, innanzitutto favorisce una relazione simbiotica tra i 2, favorendo il rapporto madre-figlio e lo sviluppo cognitivo del bambino.
Inoltre i bambini allattati al seno mostrano minor incidenza nello sviluppo di:
- obesità, perché si ha una migliore risposta alla leptina e nel bambino è stimolato un miglior autocontrollo nell’assunzione di latte;
- diabete di tipo 2 e sindrome metabolica; perché è ridotto lo sviluppo di insulino-resistenza;
- sclerosi a placche, morbo di Crohn e colite ulcerosa, perché il latte materno presenta fattori che promuovono i meccanismi immunitari e di difesa gastrointestinali.
Il latte materno previene anche problemi ortodontici e carie dentali.
Vi sono anche studi che mostrano una riduzione dello sviluppo del morbo celiaco in bambini allattatati al seno e una migliore tolleranza ad alimenti potenzialmente allergizzanti.
Il latte materno è ricco di DHA e acido Arachidonico, acidi grassi polinsaturi a lunga catena importati per lo sviluppo del cervello umano, ciò rappresenta un possibile meccanismo biochimico alla base dell’eventuale effetto positivo dell’allattamento al seno sullo sviluppo cognitivo.
Il neonato ha quindi diritto ad un allattamento sicuro, prolungato ed a richiesta.
L’allattamento a richiesta promuove non solo una migliore relazione tra mamma e neonato e favorisce nel neonato un senso di protezione e fiducia, ma anche stimola la ghiandola mammaria e produrre più latte.
L’OMS raccomanda la promozione di allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita del bambino e la prosecuzione dello stesso per il primo anno di vita in associazione al divezzamento.
Il bambino allattato al seno, in media risulta avere circa mezzo kg all’anno in meno rispetto al bambino allattato con latte artificiale, questo non perché viene a mancare il latte, ma per un effetto fisiologico per la prevenzione dell’obesità, è bene tener presente che un bambino allattato al seno cresce di più nei primi mesi e poi la crescita potrebbe lievemente rallentare per un processo fisiologico.
L’allattamento al seno ha effetti benefici anche per la nutrice, riduce incidenza di carcinoma ovarico e mammario e lo sviluppo di diabete di tipo 2 durante il corso della vita.
Il latte materno ha una composizione varia per soddisfare le esigenze del neonato nelle varie fasi della vita. Nei primi 5 giorni dopo il parto è prodotto COLOSTRO, di colore giallo e ad altissima
concentrazione proteica, successivamente è prodotto latte di transizione (dal 6 al 10 giorno) e poi latte materno maturo, meno proteico del colostro, la cui produzione è stimolata dalla suzione del neonato.
I diversi tipi di latte hanno una composizione varia in termini di proteine e lipidi.
100ml di latte materno hanno circa 70kcal, le proteine sono prevalentemente a funzione protettiva: immunoglobuline, lattoferrina (azione anti-infettiva e immunomodulante); lisozima (azione anti batterica); k-caseina (azione anti-adesione, prebiotica).
I lipidi sono presenti in concentrazioni variabili (30-50 g/L) e sono rappresentati per lo più da trigliceridi, determinanti nella formazione della membrana cellulare soprattutto di retina e SNC, acidi grassi essenziali della serie w-6 (acido linoleico) e w-3 (acido a-linolenico) e dei derivati a catena lunga (PUFA) acido arachidonico (AA) docosaesaenoico (DHA).
Il latte maturo è più povero di proteine rispetto al colostro ma più ricco di glucidi.
Tra i carboidrati il più rappresentativo è il lattosio, ma vi sono anche molti oligosaccaridi che presentano funzioni difensive e prebiotiche, con effetti antivirali e antimicrobici, che riducono l’adesione dei patogeni alle pareti intestinali del neonato e favoriscono lo sviluppo di Bifidobatteri, commensali del tratto G.I.
Il latte materno compensa alla carenza nel neonato di Immunoglobuline IgA, che sono prodotte a partire dal terzo mese di vita, presenta inoltre Ferro e Zinco ad altissima biodisponibilità.
L’allattamento al seno comporta per la mamma una notevole spesa energetica, una donna che allatta ha un fabbisogno calorico di circa 700kcal in più.
È importante quindi l’alimentazione durante l’allattamento.
Il latte materno presenta un’elevata concentrazione di acqua quindi la nutrice necessita di circa 700ml di acqua in più, è consigliato non bere meno di 2,5 l di acqua al giorno.
È consigliabile un supplemento proteico di circa 20g al giorno per una donna che allatta esclusivamente al seno, e si ritiene ideale un apporto di Calcio di circa 1500 mg/die per non incombere il carenze di questo oligoelemento.
Delle 700kcal in più solitamente 500 provengono dalla dieta ed il resto dalle riserve di grasso che fisiologicamente aumentano durante la gravidanza.
La qualità del latte materno ed il sapore dipende dall’alimentazione della nutrice, come per la gravidanza è bene seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, prediligendo carboidrati a basso indice glicemico come cereali integrali, avena, farro, mais e pochi zuccheri semplici per non rendere il latte troppo calorico e di sapore dolce, verso il quale il bambino potrebbe mostrare una dipendenza.
Non è più necessario prestare attenzione ad alimenti che rappresentano potenziale veicolo di toxoplasma in quanto in neonato non è più a rischio di sviluppare le terribili conseguenze relative all’infezione.
È importante il consumo di vegetali, pesce ricco di DHA che come abbiamo visto è presente nel latte materno, ed adottare un’alimentazione varia perché permette al neonato di assaggiare il vari sapori degli alimenti, infatti il sapore del latte dipende dall’alimentazione materna.
Per quanto riguarda il vecchio discorso degli alimenti “proibiti” per il sapore che possono dare al latte, oggi è stato ampiamente rivisto, e tutti gli alimenti possono essere introdotti in quantità moderate.
Gli alimenti che possono conferire al latte un sapore “particolare” sono carciofi, broccoli, asparagi aglio, cipolla, cavoli, questi però se consumati abitualmente in gravidanza, solitamente non comportano problemi con l’allattamento in quanto il neonato ha già avuto modo di conoscerne il sapore tramite la deglutizione del liquido amniotico.
Consumare questi alimenti in piccole quantità durante la gravidanza e l’allattamento abitua il neonato a questi sapori e ne facilita l’introduzione durante il divezzamento.
È importante invece prestare particolare attenzione al consumo di alimenti fonti di allergeni come fragole e crostacei, uova, latte vaccino, solo se il bambino mostra sensibilità a suddetti alimenti.
L’unica sostanza che la mamma deve assolutamente eliminare dalla propria dieta è l’alcool che passa direttamente nel latte materno, non è vero che la birra fa produrre più latte!!!!
Attenzione anche a fonti di caffeina e teobromina come caffè, te, coca-cola, la caffeina è smaltita da un neonato in 96 ore, e molti neonati mostrano palesemente irritabilità come risposta all’assunzione della stessa.
È importante evitare l’uso di farmaci che passano nel latte materno, purtroppo se questo non è possibile, si verifica una delle pochissime controindicazioni dell’allattamento ed il ricorso a formule artificiali quanto più simili al latte materno o alla Banca del latte.
Per quanto riguarda l’infezione da Covid-19, le neo mamme positive non devono assolutamente rinunciare all’allattamento, infatti ad oggi non vi sono evidenze che il latte materno possa rappresentare veicolo del virus. È bene però adottare pratiche consigliate dal ministero della salute per rendere l’allattamento sicuro come utilizzare la mascherina e disinfettarsi bene e spesso le mani.
Autore:
Biologo Nutrizionista
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